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Mobilità
apr 2024
Ricarica auto elettriche per dipendenti: possibilità di welfare e risparmio economico
Tempo di lettura: 4 min

Disporre un punto di ricarica per auto elettriche a favore dei dipendenti può essere un elemento di Welfare Aziendale importante e può anche costituire un vantaggio economico. Ma quali sono i benefici di predisporre un wallbox o una colonnina di ricarica? E in quale caso risulta esentasse e consente all’impresa di risparmiare?

La mobilità elettrica per le aziende

I vantaggi di una flotta aziendale di auto elettriche per le aziende sono diversi, e non riguardano solo l’assenza di carburante. Come abbiamo discusso in passato nei nostri approfondimenti sul tema, investire nella mobilità elettrica porta minori costi di manutenzione, un abbattimento delle spese per il carburante e assicurazioni più contenute grazie alla maggiore sicurezza di queste vetture.

 

Guardando il quadro complessivo, uno studio di GeoTab del 2022 riporta come il 60% delle flotte aziendali europee potrebbe risparmiare 261 milioni di euro in sette anni. Per ogni veicolo elettrico, infatti, si tende a risparmiare 9.500 euro nello stesso lasso di tempo, rispetto a un veicolo con motore a combustione interna.

 

Oltre agli importanti effetti economici, è innegabile che offrire la ricarica aziendale dell’auto elettrica ai dipendenti possa essere un gesto molto apprezzato, che aumenta la soddisfazione dei lavoratori e incentiva una transizione verso la mobilità sostenibile. 

 

E proprio sugli aspetti di questa scelta legati alla sostenibilità è necessario concentrarsi per capire se le colonnine elettriche aziendali possano rientrare nel welfare esentasse o rischiano di rappresentare una spesa economica interamente a carico dell’azienda.

Ricarica auto elettriche aziendali: quando è esentasse?

Per rispondere a questa domanda è utile ricordare cosa sia il Welfare Aziendale: si tratta di un insieme di benefit e prestazioni (non monetarie) che l’azienda eroga a favore dei dipendenti per aumentarne il benessere, la soddisfazione sul lavoro e la qualità della vita.

 

Per essere esentasse, i benefit non devono rientrare nel computo del reddito da lavoro dipendente. Per chiarire la domanda di nostro interesse, dobbiamo osservare gli articoli 51 e 100 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR).

 

L’Articolo 51 dispone come benefit aziendale i trasporti pubblici convenzionati, affidati a terzi, oppure il supporto economico per l’acquisto di abbonamenti per il trasporto locale, regionale e interregionale. 

 

Non sembrerebbe esserci spazio per la ricarica delle auto elettriche, ma se leggiamo oltre troviamo una risposta. Nell’Articolo 100 vengono riportate come possibili benefit le spese sostenute con finalità educative e di istruzione, “per un ammontare complessivo non superiore al 5 per mille dell'ammontare delle spese per prestazioni di lavoro dipendente risultante dalla dichiarazione dei redditi."

 

Nel 2022 l’Articolo 100 ha così fornito all’Agenzia delle Entrate la possibilità di esprimere un parere a riguardo, nella risposta 329/2022: è possibile considerare la ricarica auto elettriche un benefit?

 

Agenzia delle Entrate conferma, includendo questo gesto tra le azioni educative e di sensibilizzazione alla tematica urgente della decarbonizzazione e del consumo responsabile. Questo, però, a patto che l’intervento sia ben strutturato e limitato nel tempo, “al fine di evitare abusi”.

 

In altre parole, il benefit rientra nel regime di esclusione dal reddito di lavoro se:

  • I dipendenti provano di aver acquistato auto elettriche.
  • Il periodo di tempo è limitato a sei mesi.
  • L’azienda impiega energia autoprodotta o stipula una convenzione con un fornitore.
  • Rispetta il limite in termini di importo e/o di Kw totali di ricariche effettuabili.
  • Soddisfa davvero la finalità educativa prevista dalla norma.

PNRR e Agenda 2030: opportunità per ridisegnare il Welfare Aziendale

Il PNRR e l'Agenda 2030 sono ormai da tempo due punti di riferimento in materia di fondi, risorse e scelte strategiche per disegnare l’Europa del futuro. In entrambi troviamo numerosi riferimenti alla transizione ecologica e all’importanza della mobilità sostenibile.

 

Ad esempio, gli SDG 3, 8 e 11 parlano rispettivamente di salute e benessere, lavoro dignitoso e crescita economica, città e comunità sostenibili. Nel PNRR troviamo invece le missioni M2, M3 e M6, rispettivamente “rivoluzione verde e transizione ecologica”, “infrastrutture della mobilità sostenibile” e “Salute”.

 

E proprio in virtù di questi obiettivi condivisi da entrambi gli schemi di azione, essi costituiscono ottimi framework su cui ripensare il Welfare Aziendale perché includa le auto elettriche e le infrastrutture di ricarica. L’interpretazione di Agenzia delle Entrate che abbiamo visto è un’apertura significativa al tema, ma si sente forte il bisogno di chiarire e incentivare con decisione le politiche di benefit legate alla mobilità sostenibile e ai suoi tanti benefici. 

 

Ad oggi, infatti, la ricarica rientra nel Welfare Aziendale solo alle condizioni che abbiamo visto in precedenza, per un periodo definito e con limiti di importo o Kw impiegati. Un piccolo passo verso la possibilità di incentivare con convinzione la mobilità sostenibile. Inserirla in maniera più strutturata tra i benefit esentasse potrebbe invece costituire un aiuto importante alla sua diffusione, sia per uso commerciale che per gli spostamenti privati.

 

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