Gli impianti elettrici in garage, cantine e locali umidi richiedono accorgimenti specifici per garantire la conformità alle normative vigenti ed evitare il rischio di danni a cose o persone. La scelta dei componenti, del loro posizionamento e il rispetto della normativa CEI sono essenziali per prevenire i problemi e ottimizzare le installazioni.
Impianti elettrici in ambienti umidi: rischi e problemi da considerare
L’umidità è una delle principali criticità per l’impianto elettrico di garage, cantine e locali di questo tipo, perché l’acqua o la condensa possono accumularsi nel tempo, anche non viste, e portare a conseguenze significative.
L'ossidazione dei materiali può causare l’invecchiamento precoce dei dispositivi o guasti irreparabili, con conseguenti costi di sostituzione. Tra le possibili conseguenze inerenti all'impianto elettrico, c’è inoltre il rischio di dispersione verso terra, poiché l’umidità riduce l'isolamento dell'impianto elettrico fino a provocare malfunzionamenti gravi.
Un ambiente costantemente umido causa anche perdita prestazionale, accorciando la vita utile dei componenti e la loro affidabilità. Per tutti questi motivi, la prevenzione del rischio elettrico deve essere la priorità in ogni fase della progettazione e manutenzione.
Come prevenire il rischio elettrico in garage, cantine e ambienti umidi
Il primo riferimento per la sicurezza è il grado di protezione IP, che esprime con due cifre rispettivamente la resistenza contro corpi solidi (come la polvere) e liquidi (gocce, spruzzi o immersione). In ambienti estremamente umidi è raccomandato almeno un livello IP44, ma il più adottato è il livello IP55, per una sicurezza superiore.
È importante anche il posizionamento di prese, interruttori e canaline, da installare a una distanza adeguata da fonti di umidità. Infine l’adozione di sistemi di protezione, come interruttori differenziali e magnetotermici, riduce drasticamente la possibilità di incidenti e tutela persone e dispositivi dai danni più gravi.
Normativa CEI per impianti elettrici in autorimesse, box e locali umidi
In Italia, il riferimento principale per progettare un impianto sicuro in un ambiente di questo tipo è la norma CEI 64-8, che recepisce le direttive internazionali IEC in materia. Le autorimesse private fino a 9 veicoli con superficie inferiore a 300 m², non sono soggette a prevenzione incendi secondo il DPR 151/2011 (punto 75 dell’allegato I). Pertanto, in questi casi è sufficiente rispettare la regola dell’arte (d.m. 37/08 e legge 186/68).
È importante specificare che la norma CEI 64-2/A, che trattava i “luoghi per il ricovero o riparazione di autoveicoli” e prevedeva l’uso di impianti AD-FT (antideflagranti a tenuta), è stata abrogata. La nuova normativa non considera più le autorimesse come luoghi con pericolo di esplosione, a meno che non siano presenti condizioni particolari, come la presenza di vapori infiammabili diversi dal carburante nei serbatoi.
Oggi, per autorimesse con oltre 9 veicoli, una superficie di 300 m² o entrambe le caratteristiche, sono soggette alla normativa antincendio (DPR 151/2011 e DM 15/05/2020 - Regola Tecnica Verticale RTV V.6). In questi casi, non è obbligatorio un impianto AD-FT, ma è necessario progettare l’impianto elettrico secondo la sezione 751 della CEI 64-8, che riguarda i “luoghi a maggior rischio in caso di incendio”.
Cassette di derivazione e quadri elettrici: scegliere i componenti per la sicurezza
Anche la scelta dei componenti elettrici riveste un ruolo fondamentale nell’impianto elettrico per garage, cantine, locali tecnici e altri ambienti umidi, con soluzioni progettuali capaci di garantire la massima sicurezza e affidabilità dell’impianto. Le scatole di derivazione devono essere a tenuta stagna e dotate di guarnizioni resistenti all’umidità, mentre prese e interruttori devono essere protetti con coperture impermeabili conformi ai gradi di protezione IP adeguati. A questo scopo, i contenitori stagni da parete rappresentano una soluzione ideale, grazie alla loro elevata resistenza agli agenti atmosferici, alla protezione IP55 e alla versatilità installativa, che li rende adatti anche in ambienti particolarmente esposti a umidità e polveri.
In particolare, l’installazione di interruttori di protezione equipaggiati con bobine di sgancio, coordinati con centralini di emergenza con grado di protezione IP55, costituisce una misura di sicurezza imprescindibile (qui un approfondimento sui vantaggi degli interruttori di manovra sezionatori). Questi dispositivi consentono infatti l’interruzione tempestiva dell’alimentazione elettrica in caso di emergenza, contribuendo a prevenire il rischio di shock elettrico o folgorazione.
In caso di incendio, inoltre, la presenza di un pulsante di emergenza che attiva da remoto l’interruttore con bobina di sgancio permette ai soccorritori, come il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, di intervenire in sicurezza, anche con l’uso di idranti, senza il pericolo di contatto con parti in tensione.
L'importanza dell'altezza di interruttori e prese da terra in ambienti umidi
Per ridurre il contatto con l’acqua, è consigliabile evitare che i cavi siano posati a terra. Anche l’altezza degli interruttori da terra, così come quella delle prese, dovrebbe essere la massima possibile per ridurre la probabilità che entrino in contatto con l’acqua. Inoltre, si consiglia di limitarsi al numero di prese realmente necessarie, per evitare di aumentare il rischio di sovraccarichi e di punti soggetti a usura per via dell’umidità.
Osservare tali regole di corretto posizionamento, specialmente in altezza, così come scegliere dispositivi adatti a questi ambienti particolari, contribuisce in modo decisivo alla prevenzione del rischio elettrico in ambienti dove la presenza di umidità è costante.
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