Il mercato delle auto elettriche è in forte espansione e il condominio rappresenta il luogo ideale per dare una forte spinta alla mobilità green: tre quarti degli italiani vivono infatti in condominio e ben il 70% è proprietario di casa. Questo significa che le opportunità sono enormi, ma sono necessari alcuni passaggi amministrativi per poter pensare di ricaricare la propria auto.
Per comprendere al meglio come funziona la ricarica in condominio abbiamo parlato con Annalisa Galante, professore aggiunto in Fisica Tecnica Ambientale presso la Scuola di Architettura, Urbanistica e Ingegneria delle Costruzioni del Politecnico di Milano ed esperta di e-mobility.
Per i nuovi edifici la normativa aiuta
Per favorirne lo sviluppo e avere un numero di punti di ricarica sufficiente e distribuiti in maniera capillare, la normativa ha dato indicazioni per la presenza di colonnine di ricarica per i veicoli elettrici nei nuovi edifici o in quelli sottoposti a ristrutturazione. Il decreto legislativo 257/2016 ne ha regolamentato la predisposizione negli edifici di nuova costruzione, con almeno 10 unità abitative, per numero di spazi a parcheggio e box auto non inferiore al 20% del totale.
Tuttavia, l’installazione di infrastrutture di ricarica nei condomini già esistenti non è stata regolamentata dal d.lgs. 257/2016. Quindi se si decide di investire nell’acquisto di un’auto elettrica e si ha necessità di ricaricare l’auto nel proprio condominio è bene sapere come procedere nel caso si disponga di un proprio box o ci sia la necessità di utilizzare spazi comuni.
Ricarica elettrica nel proprio box
Installare una colonnina di ricarica (nota come wall box) nel box di casa è abbastanza semplice: è sufficiente inviare una comunicazione all’amministratore e non è necessaria l’autorizzazione da parte degli altri condomini. Ovviamente l’amministratore del condominio dovrà fare una verifica per quanto concerne i requisiti di sicurezza e il rispetto della normativa vigente. Inoltre, sarà necessario aggiornare il Certificato di Prevenzione Incendi.
Questo è valido a patto che non siano necessarie opere sulle parti comuni. Infatti, se si ha la necessità di stendere dei cavi è necessaria l’autorizzazione da parte dell’amministratore per effettuare i lavori. Se poi si ha la necessità di collegarsi alla linea elettrica condominiale, è obbligatorio installare un contatore per calcolare il consumo di energia derivante dalla ricarica del veicolo elettrico.
Colonnina di ricarica nelle zone comuni
Caso diverso per i punti di ricarica da installare nel parcheggio condominiale o in spazi comuni. Se un condomino o più condomini desiderano installare una stazione di ricarica, devono presentare una richiesta scritta che dovrà essere discussa in assemblea. È necessaria, infatti, l’autorizzazione del condominio che si ottiene con la maggioranza semplice dell’assemblea a cui devono partecipare i rappresentanti di più della metà dei millesimi. Ottenuto l’ok dall’assemblea, i costi sono a carico dei richiedenti o di tutti i condomini che decidono di voler utilizzare l’infrastruttura di ricarica sulla base dei millesimi posseduti. I costi di ricarica, invece, saranno suddivisi in base all’effettivo utilizzo. Nel caso l’installazione venga approvata dall’intero condominio, l’impianto diventa un bene comune condominiale.
E se non si riceve l’ok? Il singolo condomino – a 3 mesi dalla presentazione della richiesta scritta all’amministratore - può comunque installare la colonnina di ricarica elettrica ma dovrà non solo farsi carico interamente delle spese di installazione e manutenzione, ma anche assicurarsi che l'intervento non intralci l’accessibilità alla parti comuni o crei danno al decoro dell’edificio.
Incentivi e Superbonus 110%
Come sottolinea Annalisa Galante, per chi desidera procedere all’installazione di colonnine di ricarica per veicoli elettrici è importante sapere che è possibile usufruire di interessanti incentivi. Grazie alla Legge di Bilancio 2019 è possibile detrarre il 50% delle spese sostenute per l’acquisto e la messa in opera di colonnine di ricarica, con un limite di 3.000 euro, fino al 31 dicembre 2021.
Inoltre, il Decreto Rilancio ha inserito l’installazione dell’infrastruttura di ricarica elettrica tra gli interventi ammessi al Superbonus 110% . Questo però a patto che venga effettuato uno degli interventi trainanti, come l’isolamento dell’involucro dell’edificio o le opere antisismiche.
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